un sogno, una visione

Richard come un sonnambulo e quasi con la bava alla bocca, iniziava a dimenarsi e   ad ansimare, e nel mentre, cercava di svestirsi. << Piantala! Adesso non puoì fermarmi, devo… capisci? >> diceva fremendo . Era ormai gravemente alterato, come sotto l’effetto di una potente droga. Aveva una discreta forza ed un viso stranissimo trasecolato,  nello stesso tempo illuminato da una ridente meraviglia.

<<Ho detto fermati idiota di un pazzo!>> Urlò ancora più forte la donna temendo il peggio. La nostra protagonista poiché sapeva esprimere una grande energia, a questo punto cominciò a muoversi con grande fervore ed a graffiare in maniera decisa. Le sue unghie robuste andarono a conficcarsi nel collo e nelle carni dell’esagerato. Che prima di desistere ricevette anche diversi colpi sui fianchi ed alle gambe. E i tagli sulla pelle non erano profondi, tuttavia un po’ di sangue fuoriuscì, andando a colare sul parquet della stanza.

Prima che scomparisse Jessy lo vide tenersi per un attimo la testa tra le mani, in quel momento le sembrò tornato in sé, adesso il povero farabbutto, subito l’inganno di una voglia lunatica e ammaestrata, se ne stava andando verso la propria casa o inseguendo qualche altra avventura. Forse stava ringraziando la sua buona stella per non essersi spinto oltre, oppure guardava con rabbia al suo orgoglio ferito o chissà quale altra idea le passava per la testa.

La ragazza rimase attonita davanti all’ esperienza vissuta, e soprattutto era delusa e arrabbiata per il fatto che quella persona si fosse manifestata peggiore del previsto. Ragionamenti, intuizioni, e ore passate insieme si erano squagliati alla prova dei fatti. Poi smaltì la tensione piangendo un po’. Quando una vocina le insinuò la colpa di quanto accaduto, un riso amaro sgorgò naturale dalle sue viscere: d’altronde la memoria tornava agli amori prerduti ed al tempo della solitudine.

Alla fine ritrova la calma, la tranquillità e si addormenta, assopita nel caldo respiro dei suoi cari, nel suono tenue e morbido dei messaggi affettuosi degli amici. La mattina svegliandosi gli balenò una strana visione: l’infuriare profondamente eccitante di una lotta e l’aprirsi di una porta che sboccava in un luogo buio, il quale però non aveva alcunché di minaccioso. Quella visione, quel sogno gli infondevano un’ energia nuova, certo non si sentiva bene per via dei fatti della sera prima; ma quella sferzata di pimpante dinamicità, frutto della potenza del sogno, inaspettata come una sorgente d’acqua in una terra brulla, gli donò anche un duraturo buonumore.